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La Sabbiosa

Tenuta La Sabbiosa sorge di fronte al mare di Sardegna, tra le dune dell’Isola di Sant’Antioco. “Un’isola dell’isola” che fino agli anni ’80 era ricoperta da minuscoli vigneti di Carignano. Piccole particelle di viti ad alberello, allevate “come giardini” fino alle spiagge, tra le dune e i ginepri, su terreni sabbiosi sferzati tutto l’anno dai forti e salini venti di maestrale.

Viti da sempre a piede franco perché questa è una delle poche zone d’Europa dove la terribile piaga della fillossera non ha attecchito, distruggendo il lavoro secolare dell’uomo.

La grande tradizione vinicola dell’isola è però iniziata a scomparire dalla fine degli anni Ottanta, quando le basse rese produttive hanno iniziato a scontrarsi con le logiche di mercato. Sono state così estirpate migliaia di viti monumentali uniche al mondo, con cento e più anni d’età. Dalla notte dei tempi, infatti, i vigneti qui vengono lavorati e rigenerati con antiche tecniche che permettono di mantenere le piante vive per secoli.

Qua e là però, grazie alla passione e alla tenacia degli anziani, sono sopravvissuti piccoli appezzamenti vitati e da uno di questi è partita la produzione dei vini “Tenuta La Sabbiosa”. Negli anni, altri vigneti centenari sono stati salvati dall’estinzione e si sono aggiunti alla proprietà che cresce costantemente.

L’intento enoico dell’azienda è sempre stato quello di tornare all’essenza del Carignano: un vino eccezionale perché la pianta dalla quale deriva ha sofferto la sete, il caldo, il vento e forse anche un po’ di fame” diceva G. Tachis “un vino dalla bassa acidità e dal pH molto elevato, ricco di tannici nobili dolci, rotondi, garbati che invecchia lentamente e dolcemente, così come i grandi saggi.”

Ecco perché Tenuta la Sabbiosa, nonostante le rese siano inevitabilmente bassissime, ha ripreso a lavorare i vigneti secolari della zona, per ottenere con le tecniche tradizionali e il meglio delle conoscenze moderne, vini unici, con profumi e sapori che possono essere regalati solo da vigneti a piede franco che crescono vicino al mare, su terreni composti al 99% di sabbia. Terreni che affamano piante assetate dal sole di Sardegna e schiaffeggiate dal maestrale: “la pianta che soffre leggermente da sempre un vino migliore” Emile Peynaud.

La cantina utilizza energia elettrica da fonti rinnovabili, packaging con il minor impatto ambientale possibile e l’arredamento è stato ottenuto da materiali di recupero e riciclo.

E sempre alla natura sono ispirate le etichette: numerate in base alla nascita dei vini, seguono la serie matematica di Fibonacci come avviene in molte forme naturali, una serie dove ogni numero è la somma dei numeri precedenti: 1,1,2,3,5 ….

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