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IL MIRTO

IL MIRTO

 


Sebbene non sia ancora del tutto chiaro come questa pianta sia arrivata in Sardegna, è dal 1700 che dalle sue bacche viene ricavato un liquore dal sapore straordinario, con una ricetta straordinaria.
La preparazione prevede la macerazione delle bacche mature con alcol etilico a 95 gradi o con una miscela di alcol o acquavite mischiate con acqua.
Dopo, a freddo, si aggiunge sciroppo di zucchero o zucchero o miele e si procede all’imbottigliamento e alla maturazione del liquore.
I primi a tramandare la ricetta furono i Briganti della Gallura che erano soliti chiamare questa bevanda “ Acqua degli Angeli”.
Con un tasso alcolico tra i 28 e 30 gradi, è ancora oggi uno dei prodotti tipici sardi più amati.
Il liquore di mirto viene servito freddo a fine pasto come digestivo, ma viene utilizzato anche nella preparazione di dolci.
Nelle zone di costa trova un ottimo terreno dove poter crescere e a secondo del periodo è possibile ammirare i fiori bianchi o le bacche blu.
Gli utilizzi del mirto non si limitano alla produzione del liquore, infatti si presta anche ad usi ornamentali, curativi o culinari.
Fin dagli antichi Egizi era associato alla celebrazione di vittorie ed eventi importanti.
I Celti se ne servivano per tenere lontane le disgrazie.
Se dai fiori si ricavano essenze per la produzione di cosmetici, le foglie essiccate sono ideali come insaporitori o per preparare decotti.
Il mirto è un’istituzione nella tradizione sarda, tanto che nel 1998 è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole come “prodotto agroalimentare tradizionale”.
Il mirto è l’essenza della Sardegna, il liquore che caratterizza più di ogni altro la cucina dell’Isola.
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